CF, Sadler e Gonzalez in pre-order

E’ aperto fino a domenica 28 aprile il pre-order delle ristampe di Low Tide #5 e #6, due fondamentali albetti di CF risalenti rispettivamente al 2001 e al 2003. Se possiamo considerare il CF “maturo” quello di Powr Mastrs, saga rimasta incompiuta di cui sono usciti tre volumi per PictureBox, questi numeri di Low Tide fanno parte della prima produzione dell’autore, nonché di un periodo glorioso del fumetto underground a stelle e strisce, in cui su magazine come Paper Rodeo e simili pubblicavano gli artisti reduci dall’esperienza Fort Thunder o da essa ispirati. CF fa parte, insieme a Ben Jones e al progetto collettivo Paper Rad, della seconda ondata della scena di Providence, con la prima costituita dai numi tutelari Mat Brinkman e Brian Chippendale, oltreché da Brian Ralph, Jim Drain e Leif Goldberg. Inutile dire che gran parte della produzione di quel periodo è ora di difficile se non impossibile reperibilità, se si eccettuano alcune opere successivamente ristampate come Teratoid Heights e Multiforce di Brinkman nelle versioni Hollow Press. Lode dunque a Noel Freibert, che da fan qual è – il suo collettivo di base a Baltimora Closed Caption Comics con Conor Stechschulte, Lane Milburn e altri è stata una delle migliori esperienze post Fort Thunder che gli anni 2000 ricordino – ha ristampato negli USA due numeri della serie Low Tide attraverso la sua etichetta Toy Box Coffin, dedita prima alla distribuzione e ora anche alla riproposizione di “hard-to-find” comics e manga.

Se Low Tide #5 è di recentissima (ri)pubblicazione e deve ancora giungere tra le mie mani, la ristampa del #6 è del 2023 e quindi ho già potuto sviscerarla. Si tratta di una copia anastatica dell’originale, con copertina serigrafata a sei colori e rilegatura cucita. Il prezzo in originale è di $40, che non ho modificato per non gravare troppo sulle tasche dei contribuenti, come si suol dire. L’ho tradotto infatti in €40, una cifra che vi sembrerà comunque esosa per un albetto, ma dovete tener conto della pregiata confezione (copertina serigrafata e rilegatura cucita), dell’edizione limitata (200 copie) e del fatto che una buona fetta dell’incasso finirà direttamente nelle tasche dell’autore (ulteriori dettagli in merito nella pagina Big Cartel del prodotto). All’interno Low Tide #6 è costituito da 60 pagine in bianco e nero comprensive di sommario, lettere originali e anche pubblicità finale dei fumetti e delle cassette distribuite al tempo da Paper Radio, sigla sotto cui si nascondevano allora CF e Ben Jones. Sì, lo so, tra Paper Rodeo, Paper Radio e Paper Rad è un bel tourbillon di sigle ma questa è cosa già nota agli appassionati.

Parlando dei contenuti, possiamo goderci un CF d’annata, più statico nella rappresentazione rispetto a quello a cui siamo abituati negli ultimi anni. Le storie si muovono tra il fantastico e l’assurdo, sono spezzettate e avanzano indolenti, con un tratto che alterna semplicità e raffinatezza, facendosi più dettagliato nella conclusiva Mutants, che sembra anticipare i temi estetici di Powr Mastrs. Tra bizzarre newspaper strip sviluppate in verticale e schizzi vari, il grosso dell’albo è occupato dalle quasi 40 pagine di Travelling Through The…, un fumetto che racconta la guerra tra non meglio precisate fazioni opposte, capace di suonare più attuale che mai in questo momento storico.

Oltre ai due fumetti di CF sono disponibili in pre-order anche altre due ristampe edite da Toy Box Coffin. La prima è Antarctic Seal, un albo di 40 pagine risalente al 2012 a firma Leomi Sadler, che alcuni di voi conosceranno per la cura delle antologie Mould Map, l’etichetta Famicon Press, i contributi alle antologie di Lagon Revue o il volume Tummy Bugs pubblicato da Breakdown Press qualche anno fa. La seconda è American Vortex di Carlos Gonzalez, sempre del 2012, 18 pagine mai ristampate che mostrano gli esordi dell’autore di Test Tube e Gates of Plasma editi da Floating World.

Concludo ricordandovi che i pre-order sono attivi fino al 28 aprile e che dopo questa data i fumetti in questione non saranno più ordinabili dal sito di Just Indie Comics/Risma Bookshop. E a questo punto, via ai link!

Low Tide #6 by CF reprint PRE-ORDER | Risma bookshop

Low Tide #5 by CF reprint PRE-ORDER | Risma bookshop

Antarctic Seal by Leomi Sadler reprint PRE-ORDER | Risma bookshop

American Vortex by Carlos Gonzalez reprint PRE-ORDER | Risma bookshop

New New York/2 – Smoke Signal #42

Entriamo nel vivo di questa rassegna sulla Nuova Nuova York con il più recente numero del magazine Smoke Signal, curato e pubblicato da Gabe Fowler, gestore del negozio di Williamsburg Desert Island. Come alcuni di voi già sapranno, Smoke Signal è una rivista formato tabloid che ha alternato nel corso degli anni numeri antologici (all’inizio) e uscite monografiche (più di recente). Con questo #42 fresco di stampa Fowler ha deciso di tornare al format antologico, scegliendo il tema New York e più nello specifico chiamando a raccolta 18 artisti che al momento si trovano a lavorare nella Grande Mela. Ne viene fuori un giornale pieno di creatività, colori e persino azione, dato che all’interno trovano spazio due doppie pagine – riprodotte anche in stampe a tiratura limitatissima – in cui sono chiamati a collaborare i diversi artisti coinvolti. Fautori di queste joint venture sono stati i due “tizi della serigrafia”, come vengono ormai definiti James Tonra, che si è occupato della cover, e Mikael Choukron, coordinatore invece del paginone centrale. Nomi non nuovi da queste parti e che torneranno anche in futuro, dato che ci sono loro dietro i progetti Junction Box (ne ho parlato qui) e Pothole (altro tabloid che vedremo in un futuro post della serie). Per il resto Smoke Signal #42 mette insieme stili e contenuti del tutto eterogenei ma che rappresentano una buona introduzione se volete farvi un’idea di che aria tira in quel di New York di questi tempi.

La copertina a cura di James Tonra

Il sommario

Kade McClements

Charlotte Pelissier

Mikael Choukron

Il paginone centrale a cura di Mikael Choukron

Ashton Carless

New New York/1 – Un’introduzione

Ci sono dei periodi, nel mondo del fumetto ma anche in altri ambiti artistici, in cui – dopo che per anni non si vede niente di nuovo – arriva all’improvviso uno sciame di artisti emergenti capaci di portare autentiche ventate di aria fresca. Sta succedendo (di nuovo) a New York, dove quella prima brezza sviluppatasi a San Francisco nel 2020, grazie agli autori del collettivo Deadcrow, è ormai diventata un tifone capace di far proliferare fumettisti, stampatori, pubblicazioni, happening. L’antologia Tinfoil è stata la premessa di tutto ciò, e chi segue questo sito (e magari anche la newsletter cartacea) ne sa più di qualcosa. Per sintetizzare, la rivista nasce a San Francisco dal collettivo di giovanissimi Deadcrow, viene chiusa dopo soli 5 numeri e il suo editor Floyd Tangeman si trasferisce a New York, dove inizia a curare l’antologia Jaywalk per Domino Books e inaugura un nuovo magazine targato Deadcrow intitolato Cowlick. Se la prima è in sostanza un ibrido tra gli autori di Tinfoil e quelli di area Domino (nel primo numero ci sono, tanto per fare un esempio, Ian Sundahl e Angela Fanche), è Cowlick a dare spazio a volti nuovi dell’East Coast, che cominciano a mescolarsi al nutrito gruppo di San Francisco condividendo lo slogan-manifesto “inaugural anti-L.A. issue”. Non so sinceramente cosa avessero fatto prima – perché magari erano già attivi con qualche piccola autoproduzione di cui non ci è giunta notizia – ma almeno per me è Cowlick #1 il luogo dove ho iniziato a conoscere autori come Ashton Carless (entrato nel giro grazie al compagno di college Sam Seigel), Kade McClements, Juliette Collet e Naz Hedgepeth, attuali animatori della scena di Brooklyn, seguiti a ruota nel #2 da quel James Tonra di cui ho già parlato da queste parti a proposito dell’antologia Junction Box (ed è un nome che tornerà più volte in futuro, vedrete).

Junction Box #1, copertina di James Tonra

Da quel momento spuntano volti nuovi e pubblicazioni di ogni tipo, dando linfa ed energia vitale anche ad autori che già facevano fumetto ma che fino a quel momento si muovevano in sordina. Nascono nuove antologie, nuove case editrici come la Cram Books di Andrew Alexander, e una schiera di giovanissimi cominciano a muoversi scegliendo come punto di raccolta il negozio di fumetti Desert Island, che attraverso i suoi scaffali e il suo subscription service Mystery Mail dà notevole spazio a questi emergenti. E’ senz’altro Brooklyn, e in particolare Williamsburg dove Desert Island è ormai attivo dal 2008, l’epicentro di ciò che sto raccontando, anche se ho preferito intitolare il tutto a New York per fare prima, perché parlare solo di un quartiere avrebbe significato tagliare fuori autori di Manhattan o del Queens, e visto che scrivo dall’Italia sarebbe stata una follia senza senso.

La scena è a oggi – marzo del 2024 – cresciuta a dismisura e vista da fuori sembra più florida che mai. E sì, possiamo chiamarla scena, perché soprattutto gli autori più giovani si conoscono, si frequentano e sono spesso anche amici. Questa rassegna sarà fatta di post molto brevi e qualche immagine, lasciando a voi poi il compito di approfondire – se vorrete – i diversi autori, perché se inizio a scrivere articoli dettagliati sono sicuro che mi fermerò – nella migliore delle ipotesi – al capitolo due. L’obiettivo sarà farvi vedere quante belle cose vengono pubblicate oggi in quel di NY, dandovi un’idea di cosa sta uscendo a livello editoriale da quella realtà più che raccontare la realtà stessa, anche perché da Roma sarebbe francamente impossibile farlo. Un’ultima cosa, necessaria per farvi capire il senso di tutto ciò. Pur nella loro eterogeneità, i fumetti prodotti da questi giovani autori sono accomunati dall’essere diversi da quelli che vanno per la maggiore oggi, perché non tengono assolutamente conto delle tendenze del fumetto alternativo (o degli “art comics”, se vogliamo chiamarli così) degli ultimi 20 anni. Come detto più volte, qui i riferimenti non sono i soliti noti ma ben altri, dai comix underground ai graffiti, dai fumetti della EC Comics all’outsider art, da Julie Doucet alla pittura. Ma forse l’elemento ancora più importante è il puro istinto, la voglia di disegnare e pubblicare quello che si ha dentro senza starci troppo a pensare, per far uscire ora una storia di 3 pagine piuttosto che tra 3 anni un librone che poi scomparirà tra i mille altri delle librerie.

Cowlick #2, copertina di Ashton Carless

Il negozio online trasloca (di nuovo)

Chi segue da tempo le vicissitudini del negozio online di Just Indie Comics sa benissimo che di tanto in tanto mi diverto a cambiare coordinate, come se dovessi seminare qualcuno. Ma non temete, non ho il Ranger Smith alle calcagna e anzi, forse le uniche persone che riesco a disorientare – con grande furbizia, devo dire – sono i miei stessi clienti. Questa volta non siamo però al solito cambio di piattaforma, dopo Tictail, Shopify e l’attuale Big Cartel. Si rimane infatti su Big Cartel ma a un altro indirizzo, cioè quello del neonato negozio online di Risma Bookshop, la libreria di Serena Dovì che si trova in via Dulceri 51 a Roma e che molti di voi già conosceranno. Andare avanti da solo significava ormai viaggiare a fari spenti nella notte e quindi ho deciso di dar vita a questa nuova avventura, rifiutando offerte IN DOLLARI (si era fatto vivo anche un certo Jeff Bezos, per dire) per continuare a fare l’interesse non mio ma del popolo dei lettori che non devono chiedere mai. E poi Risma è sin dalla sua nascita la seconda casa di Just Indie Comics, l’unico posto dove potete trovare una selezione di fumetti della distribuzione, la newsletter e qualche rara volta persino me.

Chi si sente già soddisfatto di tutte le informazioni ricevute può fermarsi qui, per gli altri passiamo invece ai tecnicismi. Il vecchio sito rimarrà con tutti i prodotti al suo interno ancora per qualche giorno, esattamente fino al 15 marzo 2024 (se state leggendo questo post grazie a Wayback Machine nel 4048 sappiate quindi che il sito vecchio non esiste già da un bel po’). Poi continuerà a essere attivo ma senza la possibilità di fare acquisti. Non lo chiuderò, perché potrebbe tornarmi utile per qualche sporadica iniziativa, ma almeno per ora non servirà a niente. Se volete qualche prodotto “stagionato”, che sta sul sito da parecchio tempo, vi conviene approfittare adesso e acquistarlo, perché non tutti i fumetti verranno caricati sul sito di Risma (semplicemente perché è uno sbattimento e non ho proprio voglia). I nuovi arrivi, a partire da alcune novità già in viaggio dagli USA, saranno invece disponibili solamente sul sito di Risma.

Per gli abbonati al Just Indie Comics Buyers Club ribadisco qui il concetto a cui avevo accennato nella comunicazione di inizio anno. Se volete usufruire dello sconto del 10% sugli acquisti, scrivetemi alla solita mail e sarete accontentati. Purtroppo non posso attivare un codice sconto come gli anni scorsi perché lo sconto è valido soltanto sui prodotti di Just Indie Comics e non sugli altri, quindi sarebbe impossibile gestirlo in automatico. Ovviamente potete anche contattarmi per ordinare alcuni articoli di Just Indie Comics e altri di Risma, ma avrete lo sconto del 10% solamente su quelli di JIC.

A questo punto vi ringrazio per l’attenzione e passo ai link, dandovi appuntamento sempre là, dove nessuno è mai giunto prima:

IL NUOVO NEGOZIO ONLINE DI JUST INDIE COMICS

IL NEGOZIO ONLINE DI RISMA (ci arrivavate anche dal link precedente ma vabbè, tanto per essere chiari)

IL VECCHIO NEGOZIO ONLINE DI JUST INDIE COMICS (ancora attivo fino al 15 marzo 2024)

“Stories from Zoo” di Anand

Anand è un fumettista indiano che da qualche tempo si è fatto notare con la sua serie antologica personale Zoo e con un bell’albo intitolato Intruder pubblicato da Magma Bruta. Ora i suoi fumetti sbarcano negli USA grazie a Bubbles, la fanzine/rivista di Brian Baynes che si è ormai trasformata in una casa editrice a tutti gli effetti. Come si può immaginare dal titolo, Stories from Zoo mette insieme quanto pubblicato da Anand nel suo antologico, fornendo un compendio ricco e articolato della sua arte. La descrizione di questi fumetti la fornisce nella maniera più efficace lo stesso autore nella sua biografia, dicendo che gli piace disegnare storie sulla vita quotidiana e sulle persone che pensano di avere un problema quando in realtà ne hanno parecchi. Il modus operandi di Anand si basa proprio su questa riflessione: con un metodo che appartiene al racconto postmoderno, egli parte da un’idea centrale e tendenzialmente bizzarra per svilupparne le conseguenze delineando i suoi personaggi e ciò che li circonda. E’ il caso del primo fumetto del lotto, People Photostudio, che riporta la storia di Raghu, proprietario di uno studio fotografico dove non entra nessuno da mesi. Disperato, il protagonista decide di rubare qualcosa dalla gioielleria adiacente, accedendovi grazie a un buco nella parete. Sulla stessa lunghezza d’onda sono il protagonista di My Cold Brother, che ha deciso di vivere in un frigorifero come se gli bastasse trovare riparo dal caldo per essere felice, e Rupa di Memento Mori, che si diletta a leggere i necrologi per telefonare agli sconosciuti e porgere le sue condoglianze.

Stories from Zoo è fumetto puro e semplice, che non sceglie un tema per eleggerlo a cassa di risonanza come si usa oggi per motivi di marketing né usa facili stratagemmi per strizzare l’occhio al lettore. Questa essenzialità dell’approccio si riflette nella messa in pagina, un bianco e nero scarno ma al tempo stesso disordinato per come libera linee e segni, rimanendo però sempre funzionale alla narrazione. L’effetto finale può ricordare alcune tavole dell’Alec di Eddie Campbell, anche se non c’è ovviamente la perizia del cartoonist scozzese, dato che Anand è un fumettista giovane che ancora alterna soluzioni diverse e prova a “fare delle cose” racconto dopo racconto.

Se le vicende e i sentimenti di questi personaggi strambi e incasinati possono essere considerati universali, tra una storia e l’altra emerge anche un ritratto realistico e ben poco idealizzato dell’India contemporanea. Ne troviamo traccia nella bottega e nelle strade di People Photostudio, nel quadro familiare di 4ears (uno dei fumetti migliori del lotto per come conduce il lettore per mano fino al colpo di scena finale), nell’artista che vive separato dalla famiglia in Showmanship e infine nel Ramsay Nagar che funge da scenario a 6 Feet Under the Ground. Quest’ultimo chiude il volume descrivendo un quartiere ai confini della città dove vivono e lavorano mestieranti dell’industria indiana dei b-movie. E ci conferma l’autenticità e il rigore dello storytelling di Anand, la capacità di raccontare il suo mondo tra le righe, senza cadere nella tentazione di sfruttare un’ambientazione esotica agli occhi del lettore occidentale per renderla suggestiva o peggio ancora folkloristica.

“Bootleg Comics” & “Running Numbers” #5 in pre-order

Sono ora disponibili in pre-order nel Big Cartel di Just Indie Comics alcune novità in arrivo direttamente da Pittsburgh, nello specifico dalla Phantoro Press di Frank Santoro. Si tratta del quinto numero della serie Running Numbers, seguito ideale del graphic novel Pittsburgh di cui vi avevo già importato qualche mese fa un set con le prime quattro uscite, e di una nuova iniziativa, i cosiddetti Bootleg Comics. Come suggerisce il titolo, è una serie autoprodotta che ripropone fumetti considerati particolarmente significativi da Santoro. Il primo numero unisce David Mazzucchelli e Alex Toth, il secondo propone un fumetto del 1998 intitolato Fairvale a firma di Bill Boichel di Copacetic Comics e dello stesso Santoro, il terzo mette insieme Jack Kirby (con quella che viene definita la sua “best fight scene ever”) e Ogden Whitney (di cui Santoro ha curato il volume Return to Romance uscito per New York Review Comics insieme a Dan Nadel), il quarto è infine dedicato a Chester Brown periodo Yummy Fur. Il tutto è stampato sullo stile della rivista-foglio Hype*Pup (ne avevo parlato in questo post), cioè con stampante a colori su carta lucida. Si tratta di materiale assolutamente casalingo, autoprodotto sino al midollo, difficile da trovare in Europa (e anche negli USA, se è per questo), quindi vi consiglio di acquistarlo subito se vi interessa. Il pre-order del set di Bootleg Comics non ha scadenza ma le quantità sono limitatissime, quello di Running Numbers #5 è invece disponibile soltanto fino a lunedì 19 febbraio. Ah, per chi non lo sapesse Running Numbers è una serie che unisce testo e illustrazione, non un vero e proprio fumetto, ma più un viaggio testuale e grafico nella memoria dell’autore. Il quinto numero in particolare è presentato come “the wedding issue”. Buoni acquisti dunque, e buone letture.

Anteprima “Good Night and Sweet Dreams!”

Uno dei fumetti del Just Indie Comics Buyers Club 2024 è Good Night and Sweet Dreams! di Teddy Goldenberg, fumettista israeliano residente a Berlino. I più affezionati seguaci di Just Indie Comics ricorderanno l’autore per il suo Cobra II, séguito non autorizzato del film Cobra con Sylvester Stallone, il cui primo numero è stato incluso sempre nel Buyers Club in quel 2018 che ora sembrerà a tutti chissà quanto lontano. Ma era il 2018 appunto, quindi soltanto cinque anni fa se fate bene i conti. Successivamente, all’inizio del 2020, feci un pre-order per permettere a chi aveva apprezzato quel numero uno di Cobra II di accaparrarsi anche il numero due di Cobra II (scusate tutti questi “uno” e “due” ma a questo porta l’amore per la serialità). Da allora Goldenberg si è dato ancora da fare, pubblicando regolarmente su Instagram le sue più recenti creazioni, e dando alle stampe per i tipi di Floating World Comics (casa editrice e negozio di fumetti con base a Portland, Oregon) il suo City Crime Comics, eccellente raccolta di storie brevi a colori che vanta anche una preziosa edizione francese in risograph targata Fidèle Editions. Le atmosfere stranianti di City Crime Comics, che se vogliamo trovare un paragone nel mondo del fumetto ricordano quelle dell’ormai compianto Chris Reynolds (qui una sua intervista), tornano in un’altra racconta di fumetti brevi, stavolta in bianco e nero. Good Night and Sweet Dreams! mette insieme quattro storie già viste altrove e due totalmente inedite. La dimensione onirica che già prima serpeggiava nelle vicende raccontate da Goldenberg diventa qui esplicita, dato che il volumetto fresco fresco di stampa per kuš! (è uscito lo scorso 6 dicembre) è dichiaratamente un adattamento a fumetti di alcuni sogni dell’autore.

A spiccare al suo interno sono le due storie inedite. In Prison Laps il protagonista è un carcerato condannato, come parte della sua pena, a fare giri di corsa intorno alla sua città natale. Un giorno gli viene annunciato che dovrà andare a correre in una zona diversa dal solito, dove si trova lo “scary hotel”, ossia l’edificio abbandonato che campeggia sulla copertina dell’albo. La paura viaggia di pari passo con l’inettitudine del protagonista, portando a conseguenze inaspettate che sfidano la logica comune (stiamo parlando di un sogno, d’altronde). L’atmosfera si conferma inquietante, seppur venata dal sottile filo di ironia tipico di Goldenberg, in TDK, secondo dei fumetti inediti del volumetto. Una band giovanile che non sfigurerebbe in The Warriors di Walter Hill si muove in una periferia berlinese minacciata dalle gesta di un misterioso serial killer, mentre sullo sfondo echeggiano le note di Wake Me Up Before You Go-Go degli Wham!. Le altre storie si sintonizzano più o meno sulle stesse frequenze, tra la presentazione di un insolito “comic book interattivo” (Prelude to Promise, vista già su Stripburger #78 del 2021), un terreno difficile da coltivare (Soil Science, pubblicata su McSweeney’s #66 del 2022) e una problematica riunione di famiglia (Here We Go, da Wobby #35 del 2023). E poi c’è il fumetto più vecchio del lotto, The Conference, uscito nel 2020 sull’antologia Wishful Thinking e che trovate nella sua interezza qui sotto. E ricordate che se volete leggere tutto Good Night and Sweet Dreams! potete selezionarlo come uno dei fumetti del Just Indie Comics Buyers Club 2024, abbonandovi entro il 31 dicembre 2023. In ogni caso, buona lettura.



Just Indie Comics Buyers Club 2024

E’ dicembre e come ogni anno torna il Just Indie Comics Buyers Club, l’abbonamento che vi permette di ricevere ogni tre mesi un fumetto direttamente nella vostra buca delle lettere. Quella 2024 sarà la nona edizione e avrà le stesse modalità dello scorso anno: gli invii avverranno indicativamente a gennaio, aprile, luglio e ottobre e il costo sarà sempre di 50€, con un surplus se vorrete scegliere la spedizione tracciata invece di quella con piego di libri ordinario. Unica novità, forse negativa ma forse anche no per chi si è stufato di leggere le mie farneticazioni, la newsletter non sarà più trimestrale ma occasionale, cioè lasciata alla mia ispirazione. Dopo due anni in cui non ho mancato nemmeno una scadenza, preferisco far uscire la newsletter solo quando ho effettivamente qualcosa da scrivere, piuttosto che avere l’ansia della deadline. Quindi, per farvi capire, nel 2024 potrete ricevere 4 newsletter come zero newsletter. Che suspense, eh?!

Dopo i dubbi, passiamo alle certezze. Il primo fumetto del Buyers Club 2024 è di nuovo a scelta tra due opzioni. La prima è Uriner di Patrick Kyle, edito da Strane Dizioni in un’edizione limitata di 300 copie numerate. Patrick Kyle, autore già pubblicato da Koyama (Distance Mover, Don’t Come In Here) e Breakdown Press (Baby), ha dato alle stampe questo fumetto per Strane Dizioni nel 2020 ma l’albo ha avuto finora una distribuzione limitatissima. Potete dunque approfittare di questa occasione per leggere (e guardare) questa storia in cui si racconta la ribellione di una nobile razza di serpenti nei confronti dell’uomo. Il tutto con i toni paradossali e i disegni fluidi di Kyle, impreziositi dai colori scintillanti della stampa serigrafica. La seconda è il nuovo fumetto di Teddy Goldenberg, autore del recente City Crime Comics per Floating World e di quel Cobra II che gli abbonati più fedeli sicuramente ricorderanno. Good Night and Sweet Dreams!, pubblicato da kuš!,  è una raccolta di sei storie brevi ispirate dai sogni dell’autore. Goldenberg ci porta in territori onirici dove trovano spazio una prigione, un hotel abbandonato, un terreno contaminato, litigi familiari e altro ancora. Potrete selezionare il fumetto che preferite al momento del checkout su Big Cartel. Oppure c’è anche la possibilità, ovviamente con un ulteriore esborso monetario, di ricevere entrambi i fumetti con il primo invio, in modo che il vostro Buyers Club sarà più ricco di quello degli altri, per un totale di 5 fumetti annuali invece di 4.

Per quanto riguarda il resto dell’abbonamento, gli altri albi saranno sempre in lingua inglese, autoprodotti o pubblicati da piccoli editori. Per farvi un’idea gli abbonati dell’edizione 2023 hanno ricevuto l’antologia The Essential Spread Love o Anti-Baby di Karla Paloma (a seconda della scelta iniziale), Blah Blah Blah #3 di Juliette Collet, Lemon Yellow di Ciara Quilty-Harper e il #81 della rivista slovena Stripburger.

Per concludere vi ricordo che l’abbonamento al Buyers Club è disponibile fino al 31 dicembre 2023, poi si chiuderà e non sarà più possibile iscriversi. Se state leggendo queste righe ma non siete residenti in Italia e vivete in Europa, potete comunque abbonarvi cliccando sull’apposito link in basso. Se vivete in un altro paese, tipo il Tibet, provate a scrivermi e vedrò di trovare una soluzione apposta per voi. Via ai link, dunque, e buon divertimento.

JUST INDIE COMICS BUYERS CLUB 2024 ITALIA

JUST INDIE COMICS BUYERS CLUB 2024 EUROPE

“Junction Box” #1

Chi ha letto la newsletter #7 di Just Indie Comics già conosce la storia del pacco inviatomi dagli Stati Uniti da Floyd Tangeman, contenente le uscite del collettivo Deadcrow, noto – o forse ignoto – per le antologie Tinfoil e Cowlick. Ebbene, in quel pacco trovava spazio anche il #1 di una nuova antologia intitolata Junction Box e curata da James Tonra, nuovo volto dell’underground newyorkese che di recente ha realizzato anche un albo, Hot Cake, insieme a Mikael Choukroun per Mystery Mail, il subscription service del negozio Desert Island. Ovviamente in questa antologia ritroviamo sia Tonra che Choukroun, insieme a diversi giovani autori che hanno animato le riviste di Deadcrow e a una manciata di nomi a me ignoti.

Come vedete dalla foto sopra, la mia copia di Junction Box #1 è decisamente rovinata, dato che era contenuta in una busta troppo piccola per lei e che nel suo viaggio da Brooklyn a Roma ha incontrato anche un po’ di pioggia. Il formato è gigante (36 x 28 cm), le pagine sono un centinaio, l’edizione è limitata (120 copie) e la stampa è interamente in serigrafia. Il bianco e nero e la carta di bassa grammatura aggiungono un tocco underground a una rivista che si presenta agile e leggera. Credo che questo primo numero sia stato venduto a 40$ o qualcosa del genere a un paio di eventi, da Desert Island e sul sito di Domino Books, scomparendo dalla circolazione con una certa rapidità.

Passando ai contenuti, Junction Box #1 mette insieme in un unico calderone tavole iperdettagliate e calembour grafici vicini allo scarabocchio, racconti perfettamente compiuti e abbozzi di storie che non vanno a parare da nessuna parte, intere pagine di testo e illustrazioni che sembrano disegnate sotto l’effetto di droghe o alcool. Pagina dopo pagina questa varietà diventa scelta stilistica, direttamente collegata all’urgenza di esprimersi e di mostrare al mondo la propria arte.

“Let’s take a roadtrip – si legge all’inizio del contributo di Sam Seigel – I don’t care where or when, I just need to get out of the house”. Ecco, come già il primo numero di Tinfoil, questo Junction Box #1 sembra riflettere il desiderio di “uscire di casa”, nel senso di fare qualcosa, o di buttare fuori ciò che si ha dentro, senza troppi pensieri o intenzioni. E ancora una volta viene da chiedersi se questa nuova generazione di autori sarà ricordata tra qualche anno come la risposta – o meglio, la reazione – all’establishment del graphic novel. Lo scopriremo (forse) nei prossimi fumetti, perché alcuni di questi lavori sono ancora amatoriali, come lo erano d’altronde tanti dei comix underground degli anni ’60 0 ’70. Ma sempre meglio il dilettantismo underground che il conformismo mainstream.

Just Indie Comics a Lucca (ancora)

Anche quest’anno Just Indie Comics sarà a Lucca Comics & Games. Come lo scorso anno saremo ospiti allo stand di Rulez, al Padiglione Napoleone, dall’1 al 5 novembre con i fumetti dalla distribuzione e tanti nuovi arrivi, selezionati in collaborazione con Risma Bookshop. Al momento in cui scrivo queste righe ho appena finito di impacchettare tutto, quindi invece di fare una foto agli scatoloni utilizzo un’immagine della passata edizione.

Ma vediamo invece un po’ di titoli che troverete quest’anno allo stand, in ordine totalmente casuale:

• Caprice di Charles Burns (Cornélius)
• Plaza di Yuichi Yokoyama (Living The Line) 
• Blammo #10 + As s Cartoonist + Please Don’t Step on My Jnco JeansMy Hot Date di Noah Van Sciver
• King Cat #82 + The Collected Prairie Pothole + South Beloit Journal + altro di John Porcellino
• Pretending is Lying di Dominique Goblet + The Gull Yettin di Joe Kessler (NYRC)
• Clubhouse #20 (Colorama)
• Stripburger Dirty Thirty + Stripburger #80 e #81 
• Hypnotic Midday Movie di Simon Hanselmann + Maniac Army di Johnny Ryan + Hospital Drama Show di Scott Travis + STUM di Yann Taillefer + altro da The Mansion Press
• Pee Pee Poo Poo #69 e #420 di Caroline Cash (Silver Sprocket)
• Wild! or So I Was Born to Be vol. 1 di Cristian Castelo (Oni)
• Tantissimi š!, kuš! e kus! mono
• Alcuni titoli dal catalogo di Ion Editions
• Failure Biographies di Johnny Damm (The Operating System)
• Scoop Scuttle and His Pals: The Crackpot Comics of Basil Wolverton (Fantagraphics)
• Pittsburgh 2: Running Numbers #1-4 pack di Frank Santoro
• Ink Zeitgeist di Ken Landgraf e Kirk Oldford
• Only di Diane Zhou + Cry di Yan Cong (Paradise Systems)
• Heelage #4 + Ode to Godzilla #9 di Ian Sundahl 
• Salome’s Last Dance di Daria Tessler (Fantagraphics)
• Tidens Anleten di Sammy Stein (Lystring Forlag)

Cercateci dunque da Rulez e se vi interessa qualcosa sbrigatevi, che le quantità sono come al solito limitatissime.